I due studiosi saranno premiati sabato 4 ottobre prossimo nell’Aula Magna Nuova dell’Università di Pisa

PISA – Cultura italiana, prestigio internazionale e attenzione alle sfide del mondo contemporaneo. Dalla splendida sinergia tra i Rotary italiani, l’Università di Pisa e la città di Pisa, giunge alla 64ª edizione l’ambito premio internazionale ‘Galileo Galilei’. Nato nel 1962 dall’idea di Tristano Bolelli, socio del Rotary Club Pisa, glottologo dell’Ateneo pisano nonché vicedirettore delle Scuola Normale Superiore negli anni cinquanta, il premio sposa la vocazione più alta del Rotary: il supporto alla libera circolazione delle idee e alla ricerca.

Quest’anno l’ambita targa d’oro andrà a Victor Stoichita – professore emerito dell’Università di Friburgo (già ordinario di Storia dell’arte moderna), e Socio Straniero dell’Accademia dei Lincei – e a Franco Brezzi, professore ordinario di Analisi numerica nell’Istituto Universitario di Studi Superiori di Pavia, ricercatore associato all’IMATI-CNR di Pavia e socio dell’Accademia Nazionale dei Lincei. I due studiosi, scelti da illustri rappresentanti del mondo accademico e scientifico designati dal rettore dellUniversità di Pisa, Riccardo Zucchi, saranno premiati sabato 4 ottobre alle ore 16 nella cornice dell’aula magna nuova  dell’Università di Pisa, nel Palazzo della Sapienza, dal Rettore stesso e alla presenza del  vice presidente della Fondazione Premio Internazionale Galileo Galilei dei Rotary Club Italiani, Goffredo Vaccaro, del Governatore del Distretto 2071 del Rotary Club Giorgio Odello e del sindaco di Pisa, Michele Conti.

Il professor Stoichita, figura di docente e studioso di grande apertura europea e fama internazionale, si è concentrato nei suoi studi sull’ermeneutica dell’arte e sulla produzione artistica italiana in rapporto con la cultura visiva dell’area mediterranea. Nei suoi studi (dedicati alla pittura del Rinascimento da Vittore Carpaccio a Tiziano, e da Giotto a Caravaggio e Tiepolo) la pittura italiana è posta in dialogo con una più ampia geografia mediterranea e viene studiata in connessione con la cultura europea, risultando perciò valorizzata nel suo ruolo di modello (come Tiziano per Velazquez) ma anche di interlocutrice in un panorama più ampio. L’approfondimento della pittura moderna occidentale — tra Italia, Spagna e Francia — è condotto con approcci diversificati, in cui l’immagine è analizzata in modi inediti: nel gioco delle sue relazioni interne, nel suo rapporto dinamico con gli elementi secondari, come riflessione e manifestazione dello sguardo dei suoi osservatori, incluso quello dei suoi creatori. Il suo metodo di indagine, rigoroso nell’analisi dell’opera ma al contempo aperto ad ampi orizzonti interdisciplinari, dà luogo a sintesi inedite che coniugano iconologia, antropologia, filosofia, storia sociale e semiotica.

Il professor Brezzi è uno dei più rinomati analisti numerici al mondo, il cui lavoro ha avuto un’influenza fondamentale sulla progettazione e sulla teoria dei metodi numerici per le equazioni differenziali alle derivate parziali e le loro applicazioni nelle scienze e nell’ingegneria. Il suo celebre Lemma di Splitting caratterizza la ben-posta formulazione dei problemi di punto sella, fornendo una comprensione fondamentale degli schemi agli elementi finiti misti che emergono nella meccanica dei solidi e dei fluidi. Successivi articoli scritti insieme ai suoi collaboratori hanno guidato il campo, offrendo quadri concettuali per la comprensione dei metodi di Galerkin discontinui, dei metodi agli elementi finiti misti e non conformi e dei metodi agli elementi virtuali. Allievo di Enrico Magenes, Franco Brezzi ha trascorso tutta la sua carriera in Italia, dove a Pavia ha fondato una scuola riconosciuta a livello internazionale nell’analisi numerica delle equazioni differenziali alle derivate parziali, da cui sono usciti numerosi suoi studenti che hanno poi intrapreso carriere illustri.

«Non è un caso – sottolineano i presidenti dei  Rotary Club dell’Area Tirrenica II Paolo Ghezzi, Nelly Làino Mori, Luca Paoletti, Susanna Ferulli, Giovanni Cristiani, Antonino Pagliazzo – che il Nobel italiani, com’è riconosciuto il premio Galilei nella comunità accademica internazionale, siano attribuiti proprio a Pisa. La nostra città è da secoli il punto di riferimento di generazione di giovani che vengono a completare il proprio percorso di studi aprendosi al mondo. Dalle materie letterarie a quelle scientifiche qui insegnano le eccellenze che trovano nell’Università, nella Scuola Superiore Normale e nella Scuola Superiore Sant’Anna l’humus ideale per realizzare le proprie ricerche e contribuire allo sviluppo della cultura e della scienza». «Un premio – concludono – che celebra lo spirito più intimo della cultura, che esporta il nostro valore all’estero e che deve servire da esempio e da sprono in anni così difficili e precari per la ricerca e per la cultura».