Addio a Natale Gucci ironico, arguto e geniale socio del Rotary Club Pisa

Professore di Tecnica delle Costruzioni a Ingegneria ha lavorato con Renzo Piano e Riccardo Morandi

Ironico, arguto, geniale, appassionato, affabulatore e grandissimo docente. Sono tanti gli aggettivi con cui ricordiamo il nostro past president Natale Gucci che ci ha lasciato la sera dello scorso mercoledì 4 giugno. Pronto alla battuta e alla barzelletta, univa alla grande preparazione intellettuale, all’amore per l’insegnamento e agli incarichi professionali, l’impegno disinteressato al servizio del Club che ha frequentato con assiduità finché ha potuto. Sempre con spirito collaborativo. Per tutti questi motivi la sua è una perdita incommensurabile non solo per le figlie Anna e Paola, per la comunità scientifica e per tutto il Rotary.

Ma chi era Natale Gucci?

Nato a San Gimignano nel 1935,  il professor Gucci si era laureato nell’anno 1958/59 in Ingegneria Civile-Edile presso l’Università di Pisa, dove, allievo del professor Letterio Donato, era diventato nel 1978 professore ordinario di Tecnica delle Costruzioni dell’Università pisana. Presidente del corso di laurea di Ingegneria Civile nel biennio 1978-1980 alla Facoltà di Ingegneria dell’Università di Pisa, fu titolare per molti anni dell’insegnamento di Sperimentazione, Collaudo e Controllo delle Costruzioni e, successivamente, dell’insegnamento di Diagnostica e Consolidamento per tutto il resto della sua carriera accademica. Dalla fine degli anni ‘90 ha ricoperto l’incarico di Direttore del Dipartimento di Ingegneria Edile, Idraulica e del Territorio, divenendo in seguito il primo Direttore del Dipartimento di Ingegneria Civile. Nel 1991 è stato insignito dell’Ordine del Cherubino dell’Università di Pisa. Autore di numerosi e originali studi nel campo delle costruzioni metalliche (tra cui si ricorda, nel 1986, la sua proposta per l’attraversamento dello Stretto di Messina con gallerie alvee sostenuta da Saipem, Snamprogetti e Tecnomare),
Gucci ha approfondito con rigore, sia le costruzioni in muratura, storiche e moderne, sia le tecniche per la sperimentazione delle strutture. È stato inoltre progettista, direttore dei lavori e collaudatore di importanti opere edili e di ponti, tra cui il Grande Bigo di Renzo Piano e uno degli ultimi ponti di Riccardo Morandi. Nel corso della sua lunga e articolata carriera scientifica, accademica e professionale, ha fornito contributi di grande rilievo al progresso delle costruzioni civili, affrontando gli aspetti sperimentali e progettuali con approccio rigoroso, innovativo e a largo spettro, con particolare attenzione alla sicurezza statica e alla sismoresistenza. Dotato di inventiva e originalità notevoli,  Gucci ha proposto numerose soluzioni originali a problemi legati alla realizzazione di nuove costruzioni, inventando altresì più di uno strumento di misura. Particolare attenzione era da lui riservata al tema della durabilità delle strutture, affrontato sempre con sensibilità ingegneristica, indipendentemente dal materiale impiegato (acciaio, muratura, calcestruzzo armato o precompresso, legno).
Gucci si è dedicato per molti anni anche allo studio degli edifici storici, perseguendo la sicurezza statica mediante l’applicazione dei saperi tecnici più aggiornati, ma in coerenza con il patrimonio di conoscenze maturato nel tempo e legato alla storia stessa delle opere. In questa prospettiva, ricercava una sinergia tra cultura tecnica e umanistica, auspicando il ritorno a una figura professionale ‘’olistica’’, capace di farsi carico dell’interezza dell’opera, come avveniva in passato per quanto dell’antico è oggi degno di conservazione. 

A suo avviso, la perdita di una formazione culturale completa degli ingegneri, capace cioè di integrare rigore tecnico nelle varie specializzazioni e prive di sensibilità umanistica, è all’origine di molti difetti o fallimenti delle costruzioni. Nel campo della progettazione, criticava l’utilizzo sistematico di specializzazioni spinte (architettoniche, strutturali, impiantistiche e altro) senza robuste figure di coordinamento che concepissero l’opera nella sua interezza, ritenendolo principale causa di inefficienze costruttive . Guidato da questa visione, ha profuso impegno costante e appassionato nella didattica, cui ha sempre dedicato tempo, cura e attenzione. Ha formato intere generazioni di ingegneri civili, sia in qualità di docente, sia come relatore di uno straordinario numero di tesi di laurea. La sua competenza e vivacità intellettuale, accompagnate da una profonda umanità e da una sincera e disinteressata passione per lo studio e la ricerca, ne hanno fatto un docente di riferimento per ingegneri e docenti affermati. La sua generosità e la straordinaria capacità di trasmettere il sapere con rigore, entusiasmo e chiarezza hanno lasciato un’impronta indelebile in numerosi studenti e giovani ricercatori, che, nel corso degli anni, ne hanno apprezzato le doti umane e professionali e che oggi ne custodiscono con gratitudine la memoria.

Ma come detto Natale Gucci ha fatto parte per decenni del Rotary Club Pisa di cui è stato Presidente nell’annata 1992-1993. Con quella deto umano che lo hanno sempre contraddistinto ha dato un contributo importantissimo allo sviluppo del Club. Era tra i primi ad arrivare alle conviviali e la prima cosa che faceva era raccontare una barzelletta. Un modo simpatico per allentare la tensione dopo una giornata di lavoro e di tensioni per molti di noi. Spesso si presentava con un testo in cui esponeva le sue soluzioni per gli atavici problemi che contraddistinguono la nostra città a cominciare da quello dei parcheggi. Lui era fautore della teoria dei parcheggi nel centro città (“come a Lucca – diceva- solo così la città può vivere e le attività di prossimità possono rappresentare un presidio rispetto allo spopolamento forzato verso i comuni limitrofi”). Idee originali e geniali su tanti aspetti, che ora ci mancheranno così come le sue battute sagaci.