La cerimonia si assegnazione lo scorso 7 ottobre all’università di Pisa

I lavori del G7, il vertice dei paesi più industrializzati del mondo, sono sempre ampi. E vanno ad affrontare tematiche ad ampio raggio. Compreso quello degli scenari futuri nel campo della medicina. Come accadde al G7 che si tenne in Italia (e precisamente a Taormina) il 26 e il 27 maggio 2017. Quell’incontro fu preceduto anche al G7 della scienze, dove i massimi ricercatori dei Paesi partecipanti si confrontarono anche sui temi legati all’invecchiamento (in 150 anni il numero degli over 80 negli Stati Uniti è passato dal 4% al 38%) e alle malattie neurogenerative (secondo alcune stime nel 2050 in America i malati di Alzheimer over 80 saranno uno su due) e le ricadute economiche per la società (per la cura dei pazienti affetti da demenza la spesa degli Stati Uniti sarà di 1,3 trilioni di dollari). Indicazioni e parametri che i ricercatori consegnarono ai capi di Stato che si incontrarono nella località siciliana. “Sapete com’è finita? Siccome quello era il primo vertice a cui partecipava Donald Trump come presidente degli Stati Univi ed era accompagnato dalla moglie Melania, tutti parlarono dei vestiti che indossava lei”. Maurizio Brunori ha 85 primavere, ma nonostante il suo viso sia incastonato in una chioma ed una barba bianchissima, gli occhi sono vivaci e vispi come quelli di un adolescente. Un ragazzino che si stupisce ancora davanti alle scoperte della scienza e alla vista delle proteina al microscopio, nonostante abbia alle spalle centinaia di libri e pubblicazioni da far impallidire anche un premio Nobel. Ed è l’entusiamo di quella vivacità che lo scorso 7 ottobre ha rapito e coinvolto i partecipanti alla 62 edizione del Premio Internazionale Galileo Galilei promesso dai Rotary Italiani a Pisa.

Maurizio Brunori, infatti, si è aggiudicato la 18^ edizione della sezione per la Scienza del Premio Galilei, mentre il professor Wolfgang Schweickard la 62 edizione del Premio Internazionale Galileo Galilei. Il primo è una figura di spicco nel campo delle proteine e delle scienze biologiche, mentre il secondo Il primo è senior professor dell’Università del Saarland (Germania) e curatore di una monumentale opera sul lessico italiano. La premiazione si è svolta sabato 7 ottobre scorso al palazzo della Sapienza a Pisa, alla presenza del rettore dell’ateneo pisano, Riccardo Zucchi, dell’assessore comunale Massimo Dringoli, del presidente della Fondazione «Premio Galilei», Gianvito Giannelli, del governatore del distretto 2032 del Rotary, Natale Spineto, e del segretario del Premio, Saverio Sani, del governatore del Distretto 2071 Ferdinando Damiani (con moltissimi altri governatori e past governatore italiani) e del professor Federico Procchi, presidente del Rotary Club Pisa all’interno del quale  62 anni fa su spinta del professor Tristano Bolelli il premio Galileo Galiei è stato  istituito. «Schweickard – ha motivato la commissione che gli assegnato il prestigioso riconoscimento definito il Nobel italiano – è un luminare nel campo della lessicografia etimologica italiana e un esperto in filologia romanza. Ha dimostrato notevole abilità nel coordinare il lavoro d’équipe e ha ottenuto risultati straordinari nell’ambito della storia della lingua italiana. Le sue ricerche e la sua direzione di grandi progetti hanno fornito strumenti di studio indispensabili e hanno ampliato la nostra comprensione della lingua italiana». «Brunori ha una carriera scientifica eccezionale – sottolinea l’altra commissione internazionale – che si estende dalla comprensione delle emoproteine alla cristallografia di Laue a tempo risolto e ha dimostrato un contributo straordinario nel comprendere i processi vitali attraverso lo studio delle proteine». Il premio ai giovani ricercatori, infine, quest’anno è stato assegnato a Francesca Munerol, Francesca Nardelli, Sara Sassetti e Giuliano Liuzzi.

Wolfgang Schweickard
Maurizio Brunori