[vc_custom_heading text=”Discorso del passaggio del collare” font_container=”tag:h1|text_align:center” use_theme_fonts=”yes”]
Tommaso Strambi, Presidente Rotary Club di Pisa – A.R. 2018 – 2019

Gentili Signore,
Pregiatissimo Governatore del Distretto 2071 professor
Gianpaolo Ladu,
Gentili Ospiti,
Cari Amici,

come ha scritto pochi giorni fa nel suo messaggio il presidente internazionale Barry Rassin “è difficile credere che l’anno rotariano si stia per concludere”. In effetti, sembra ieri quando ricevevo, dall’amico Nicola Giorgi, il Collare di questo onusto e prestigioso Club. Un anno vissuto intensamente e che vedrà la sua solenne conclusione in occasione del Congresso Distrettuale di sabato prossimo a Lucca. Un appuntamento allor quanto più
importante e significativo per le modifiche allo Statuto che in quella sede verranno portate in votazione.
Un anno è fatto di 12 mesi, di 365 giorni, di 8.760 ore, di 525.600 secondi. E’ un aspetto quello del tempo su cui, in una società caratterizzata da repentini e continui cambiamenti, riflettiamo poco. E pure, come ci ha sollecitato la scorsa settimana l’architetto Alfonso Femia nel suo video intervento, diventa fondamentale nella città del futuro. La città cronotopica, la definisce Femia, in cui lo spazio e il tempo, grazie alla connessione, debbono essere al servizio dell’uomo. “Al di là degli spazi definiti. Possiamo vivere il luogo di lavoro o la casa decidendo se essere o meno connessi. Azioni e volontà che prima erano legati all’esigenza fisica di essere in un posto vengono superate”.

Mutano gli scenari. E tutto questo può rappresentare un’opportunità, una nuova forma di libertà. Consapevole. Ed è stato questo il fil rouge che ha contrassegnato la nostra annata. Uno sguardo a 360 gradi nella nostra società (a partire dal territorio in cui operiamo e viviamo), ai suoi problemi, alle sue emergenze, alle sue riforme, alle sue contraddizioni.
Per questo come dicevo all’inizio dell’annata il tema della consapevolezza delle radici è, a mio avviso, decisiva per non finire smarriti o travolti dalla paura del cambiamento, del diverso.
Lo sviluppo dei social media e la globalizzazione hanno, infatti, certamente influito sul nostro comportamento, sempre più condizionato da una spinta alle decisioni rapide in una corsa che non lascia più tempo per ascoltare, colloquiare e forse neanche per riflettere e pensare e, certamente, non c’è più tempo per occuparsi del prossimo. Il vero pericolo è che il cervello perda il suo compito di analizzatore critico e sia plasmato da quei messaggi mediatici pilotati che indicano il consumo come un bene per l’umanità e lasciano credere che uccidere possa essere anche permesso.
Cultura, partecipazione, confronto, elaborazione di idee, progetti costituiscono da sempre la ragione stessa del Rotary Club e, tenuto conto dei mutamenti sociali su cui mi sono soffermato poco fa, credo che il nostro compito oggi ancor più di ieri debba essere proprio quello di rappresentare un incubatore delle migliori professionalità e una fucina per un contributo pro attivo della società e della comunità di cui facciamo parte.
Ed è in questa ottica che la scorsa settimana, abbiamo fortemente voluto MixPisa, in cui abbiamo aperto la discussione sulla necessità di una pianificazione strategica che consenta alla nostra città e al suo sistema di startup e aziende innovative di crescere e proporsi come punto di riferimento su scala nazionale.
Una sfida ambiziosa che abbiamo voluto rendere ancora più competitiva istituendo un premio per le migliori startup italiane e che nel 2020 verrà assegnato a quelle tra loro che si sono distinte nel campo sociale. Il ritorno mediatico dell’evento, anche grazie alla società di comunicazione La White di Torino, con la dottoresse Silvia Bianco e Beatrice Ghelardi che ringrazio nuovamente, ci ha consentito di ottenere una visibilità che ha già portato alcune primarie società italiane a mostrare interesse,
oltre che all’interesse mostrato dalla Camera di Commercio, la cui segretaria generale Cristina Martelli, mi ha scritto anche questa mattina. Un progetto ancor più ambizioso per cui vuole essere il più inclusivo possibile.
Pisa è da sempre luogo di cultura e di scienza. Qui, come detto, si sono formate generazioni di ricercatori che hanno contribuito allo sviluppo di teorie e di scoperte innovative che hanno cambiato spesso il corso della storia, a cominciare da Galileo Galilei, a cui è dedicato quel Premio Internazionale che voluto dal professor Tristano Bolelli è diventato il Nobel dei Rotary e che dobbiamo valorizzare e amare ancor di più.
E’ dunque con lo sguardo rivolto al futuro che non possiamo che dirci soddisfatti del lavoro svolto in quest’anno.
Sicuramente favoriti dal ritrovato entusiasmo e dalla più ampia condivisione su cui, chi mi ha preceduto aveva investito molto.
Ed è su questa strada che abbiamo camminato avendo come fari su due capisaldi che considero fondamentali: le nostre radici e il continuo dialogo intergenerazionale.
Non è un caso, infatti, che il nostro sia il Club storico di Pisa. Se a partire dal 1934 ha avuto continuità è proprio dovuto dalla capacità di visione e di condivisione che i dirigenti hanno saputo trasmettere nel corso delle annate alle nuove generazioni. E in quest’ottica è stata mia premura favorire tutte quelle occasioni di affiatamento e di attaccamento dei soci al Club, sia per quanto riguarda la realizzazione dei services, che nella partecipazione alle conferenze e alle attività più ludiche. In tale prospettiva abbiamo avuto la partecipazione di conferenzieri di elevato standing (come da ultimo i relatori di MixPisa a partire da Paolo Verri, Alessio Semoli, Stefano De Capitani, Alfonso Femia, Alessandra Contin, Paolo Ferragina, Luigi Doveri, Giuseppe Turchetti, ma anche lo scrittore Giampaolo Simi, il professor Mario Caligiuri massimo esperto italiano di intelligence, i professori Stefano Mazzoleni, Michele Emdin, il ministro Guardasigilli Alfonso Bonafede, l’avvocato Eriberto Rosso segretario delle Camere Penali Italiane, il dottor Giorgio Fidelbo presidente di sezione della Cassazione, il professor Alberto Di Martino, il dottor Alessandro Fornaciai, il professor Luca Morelli, l’avvocato Carlo Taormina) che hanno potuto portare il loro contributo senza preconcetti e con l’approccio laico che è proprio del nostro Club.
Senza dimenticare le conferenze di classifica tenute nel corso dell’anno aperte e chiuse dal nostro past president Saverio Sani.
Sotto altro profilo è innegabile che l’affiatamento dei soci può essere favorito dalle attività più strettamente ludiche, seppur culturalmente connotate, quali le gite, e in quest’anno ne
abbiamo realizzate ben quattro: la prima, con tutti gli altri Rotary Club dell’area pisana, in occasione del Rotary Day all’interno del
Parco di San Rossore, la seconda a Matera quest’anno capitale europea della Cultura, la terza a Montalcino con la visita a Castello Banfi e ultima quella a Venezia.
Attività che, come detto, hanno contribuito a rafforzare l’affiatamento e l’amicizia tra i soci e le loro famiglie.
Tutto questo è stato accompagnato dai services e attività: tra cui consentitemi di ricordare quello per il Monte Pisano, condiviso con gli altri Club dell’area a favore delle famiglie danneggiate dall’incendio dello scorso 24 settembre; ma anche il district grant con l’attivazione di una borsa di studio sui tumori del pancreas andata al gruppo di lavoro del professor Luca Morelli, allievo del nostro socio Franco Mosca, intitolata alla memoria dell’ingegner Benedetto Orvietani; il progetto San Rossore 1938 in occasione dell’anniversario degli 80 anni delle legge razziali. Il progetto Polio Plus che da anni portiamo avanti con la Rotary Fondation, il progetto 66 Gogge in memoria del nostro governatore Massimiliano Tacchi e che tra poco si concretizzerà nell’allestimento di una altalena per diversamente abili in un parco cittadino. E, poi da ultimo, un nuovo progetto a sostegno psicologico dei minori colpiti da lutto collegato all’Hospice di Pisa, diretto dalla dottoressa Angela Gioia.
E in una società della comunicazione, da operaio delle parole, abbiamo completato, grazie alla collaborazione di Fabio Calabrese e di sua moglie Valeria Di Bartolomeo, che ringrazio per la pazienza, il nuovo sito internet che da oggi trovate all’indirizzo www.rotaryclubpisa.it, i profili twitter e instagram.

Tutto questo non sarebbe stato possibile se non avessi avuto al fianco una squadra affiata in cui il ruolo di libero, secondo una vecchia categoria calcistica, lo ha giocato l’infaticabile Fabrizio Sainati, e con lui i due vice presidenti Raffaele Pingitore e Fabrizio Cusin, il tesoriere Andrea Mattolini, il prefetto Antonio Latella, con i consiglieri Stefano Borsacchi ed Edoardo Sinibaldi, e ultimo, ma perché quasi primo Gino Dini. E, ovviamente, di tutti voi che mi avete sopportato.
Un anno davvero intenso che, per la prima volta da qualche tempo a questa parte, si chiuse a saldi positivi anche per il numero dei nuovi soci a cominciare dalle tre donne entrare negli ultimi mesi: Roberta Romano, Domenica Romagno e Mojgan Azadegan.

Insomma, caro Gino, ti lascio un Club vivace, vivo, che spero tu voglia custodire gelosamente per consegnarlo con lo stesso entusiasmo, gli stessi positivi, significativi e importanti risultati, l’anno prossimo nelle mani di Sandro Sgalippa. E in questo sicuramente ti sarà di aiuto lo sguardo, il consiglio e l’amore che ti darà Silvia, così come in tutto questo anno ha fatto Francesca con me e a cui va il mio più grande ringraziamento.

Viva la libertà, viva la cultura, viva Pisa, viva il Rotary!!!!